sabato 28 febbraio 2015

Trametes versicolor

Nome attuale: 

Trametes versicolor (L.) Lloyd

Sinonimi:
Coriolus versicolor (L.) Quel.

 

Sistematica

Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Polyporales
Famiglia Polyporaceae

Genere Trametes

Specie Trametes versicolor

È un fungo sessile ( privo di gambo ) che cresce raggruppato in vari individui a mensole sovrapposte; ogni singolo cappello può raggiungere i 10 cm, le “mensole” sono sottili, coriacee ed elastiche; la superficie pileica è vellutata con zonature molto marcate, dai colori estremamente variabili ( versicolor appunto ) dal grigio al bruno, dal marrone all'ocra, al rossiccio, al crema fino al blu; l’orlo è sottile e ondulato, in genere biancastro o comunque più chiaro; i pori sono piccoli e regolari, rotondi o appena angolosi a maturità di colore bianco o giallino; la carne è dura, tenace, elastica, con odore gradevole.Una volta secco si mantiene in buone condizioni per lungo tempo e per questo viene utilizzato nelle composizioni di fiori secchi. Non commestibile per la carne coriacea. Fungo lignicolo che cresce praticamente tutto l’anno su tronchi marcescenti di latifoglie, raro su conifere, comunissimo nei boschi dei Castelli Romani.

Note: Trametes versicolor come tutte le Polyporacee è importantissimo per l’ecosistema in quanto decompone il legno morto e lo trasforma in sostanze nutrienti riutilizzabili. Trametes versicolor e' da secoli un componente fondamentale della medicina tradizionale asiatica tanto che negli anni ’80 il governo giapponese ha ufficialmente approvato l’uso di questo fungo e dei suoi principi attivi in varie forme di cancro. Un suo estratto (Krestin) è attualmente il più venduto farmaco antitumorale in Giappone. È abitualmente usato nei pazienti oncologici in associazione con la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia.


Enzo Ferri



Castelli Romani, febbraio 2015



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Bibliografia:

Polypores of the mediterranean region – A. Bernicchia & S.P Gorjon - Romar

Indice Schede Micologiche – Archivio Generale AMINT

 

Aggiornamento, maggio 2021


venerdì 20 febbraio 2015

Armillaria mellea

Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm
Sinonimi
Agaricus melleus  
Nome Italiano:   
Famigliola buona, Chiodini  
Nome dialettale: 
Famigliola                                                                                         

Armillaria mellea solitamente è caratterizzata da crescita cespitosa di numerosissimi esemplari, ma può crescere anche isolata. Le colorazioni del cappello sono estremamente variabili: dal color miele (da cui il nome) al cuoio, sino al bruno con centro più scuro; piccole squamette sono presenti soprattutto al centro del cappello, e tendono a sparire a maturità; il gambo è slanciato, con presenza di un anello persistente. Quando cresce isolata può raggiungere dimensioni ragguardevoli. Carne soda quella del cappello e nella parte superiore del gambo, fibrosa e coriacea quella della parte inferiore ( da scartare), odore leggero, fungino, sapore dolciastro e un po' acidulo.

Comune e diffuso, cresce in autunno a gruppi numerosi, sia all'interno del bosco che ai margini, anche su ceppaie interrate. Cresce anche su alberi da frutto. Conosciuto con il nome di “famigliola”. Probabilmente è il fungo che presenta la più diversificata colorazione pileica, influenzata dalla pianta ospite: dal giallo al miele, dal brunastro al bruno scuro sino a colorazioni completamente candide.


Una delle specie più raccolte e consumate, e una delle specie responsabili della maggior parte delle intossicazioni gastro-intestinali da funghi con visite al pronto soccorso! Il gambo è da scartare perchè coriaceo. Il fungo contiene tossine termolabili, cioè che si inattivano con una prolungata cottura.
Ma anche altri fattori influenzano la commestibilità di questo fungo controverso, ad esempio: gli esemplari troppo vecchi, oppure se hanno subito delle gelate e, dato il periodo di crescita, specialmente in certe zone dei Castelli può capitare, ed ancora se si consumano dopo essere stati congelati senza prebollitura, in questo caso le tossine diventano stabili e non basta neanche una lunga cottura. Non è raro trovare la “famigliola buona” crescere accanto alla “famigliola falsa” come gli Hypholoma, in questo caso la situazione si complica. Massima attenzione!
Enzo Ferri

Castelli Romani, novembre 2014
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Hypholoma fascuculare






                                                                                                

giovedì 12 febbraio 2015

Hypholoma fasciculare

Hypholoma fasciculare (Huds.) P. Kumm


Sinonimi
Agaricus fascicularis
Psilocybe fasciculare


Nome Italiano:
Falsa famigliola, Falso chiodino.
Dal Latino fasciculus, per il modo di crescere cespitoso-fascicolato
Rocca di Papa,novembre 2014; foto di EnzoF

Diffusissimo ai Castelli Romani, cresce lignicolo su tronchi e ceppi di latifoglie, fascicolato, a gruppi molto numerosi, anche apparentemente terricolo su residui legnosi sepolti nel terreno o sulle radici degli alberi, da aprile a novembre sia su legno vivo che su vecchi ceppi marcescenti
Si riconosce per il colore giallo zolfo  del cappello, piu' scuro e colorato di ruggine al centro, le lamelle fitte aderenti al gambo, inizialmente di colore giallo, poi grigiastre a maturita', il gambo esile e flessuoso ma tenace e la mancanza di anello, carne di colore giallo con odore cattivo e sapore molto amaro.

Chiamato comunemente "falso chiodino" perche' viene ancora scambiato con Armillaria mellea, anche se le differenze visive sono notevoli; oltre al sapore dolce la "famigliola buona" possiede un cappello squamato e non liscio, lamelle dapprima biancastre e poi beige-brunastre e non grigio verdi e un anello ben visibile sul gambo. 
Current Name:
Hypholoma fasciculare (Huds.) P. Kumm

Position in classification:
Strophariaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi

EnzoF



                                                                                                  

mercoledì 4 febbraio 2015

Finalmente inverno

Rocca di Papa, febbraio 2015; foto di EnzoF

Dopo il non inverno 2014 l'inverno 2015 ci ha regalato una bianca sorpresa, e questa volta, a differenza della storica nevicata del 2012 che mise in ginocchio la cittadina, non ha creato problemi. allora due passi in mezzo all'aria purificata dalla neve sono quasi obbligati e naturalmente anche qualche scatto. 

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Chissa' se ci sara' un'altra occasione.